Fra Tardogotico e Rinascimento: la Sicilia sud-orientale e Malta
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https://doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2008237804Resumen
Este artículo traza una visión de conjunto de la arquitectura producida en la Sicilia sudoriental y en Malta entre 1450 y 1550, destacando las numerosas facetas y la vitalidad de un Gótico moderno que origina una fuerte resistencia a la plena aceptación del clasicismo y una prolongada persistencia de referencias al mundo ibérico (sobre todo las regiones orientales), en el caso de Malta filtradas a menudo por el contexto siracusano. El lenguaje clasicista, en realidad, aparece en encargos artísticos ya en las últimas décadas del siglo XV. En la Sicilia sudoriental llega rápidamente a la arquitectura también, de mano de escultores llamados a realizar elementos arquitectónicos, pero solo en el primer tercio del Quinientos empezará a tener más aceptación entre los comitentes, aunque con una aproximación libre y antidogmática. En el ámbito maltés, ni siquiera la llegada de los Caballeros de San Juan causa inmediatos cambios en el lenguaje de la arquitectura. Ninguna referencia al clasicismo parece preocupar a los Caballeros, al menos hasta mediados del siglo XVI. Con mucho esfuerzo, será en la generación siguiente cuando la primacía de Italia del norte y sus modelos se impondrán, al menos en las intenciones de los comitentes.
Questo contributo traccia un quadro d’insieme dell’architettura prodotta in Sicilia sudorientale e a Malta tra 1450 e 1550, ponendo in evidenza le tante sfaccettature e la vitalità di un gotico moderno, che genera una forte resistenza alla piena accettazione del classicismo e una prolungata persistenza di riferimenti al mondo iberico (soprattutto le regioni orientali), nel caso di Malta, filtrati spesso dal contesto siracusano. Il linguaggio classicista, in realtà,esordisce in commissioni artistiche già negli ultimi decenni del XV secolo. In Sicilia sud orientale approda rapidamente anche in architettura, attraverso l’opera di scultori chiamati a realizzare elementi architettonici, ma solo negli anni trenta del Cinquecento inizierà ad avere maggiore presa sulla committenza, sebbene con un approccio libero e antidogmatico. In ambitomaltese, neppure l’arrivo dei Cavalieri di S. Giovanni provoca immediati cambiamenti nel linguaggio dell’architettura. Nessun richiamo al classicismo sembra preoccupare i Cavalieri,almeno fino alla metà del secolo XVI. Con molto sforzo, sarà solo nella generazione successivache il primato dell’Italia del nord e dei suoi modelli si imporrà, almeno nelle intenzioni dellacommittenza.
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