Palermo e la Sicilia occidentale

Autores/as

  • Marco Rosario Nobile Università degli Studi di Palermo

DOI:

https://doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2008237803

Resumen

A partir de la segunda mitad del siglo XV, la llegada a Palermo de escultores de formación toscana conlleva un reequilibrio en las relaciones de fuerza dentro de las obras de arquitectura. A los escultores (marmolistas) se les pide cada vez más a menudo la ejecución de altares, puertas, ventanas, columnas que emplean un lenguaje a la antigua. La formación de gremios (en 1487) puede interpretarse como una eficaz réplica del mundo gótico a las presiones del clasicismo; al mismo tiempo, la actividad y el éxito en la Sicilia occidental de importantes maestros (Carnilivari, Casada, Belguardo) confirman la vitalidad del último gótico y su capacidad de enfrentarse y entrelazarse con la historia y las tradiciones locales.

No faltan, sin embargo, a nivel local, numerosas tentativas de emulación del lenguaje renacentista; desde la tercera década del siglo XVI esta influencia se multiplica por las continuas peticiones de los comitentes. Mientras que las elecciones efectuadas por los últimos maestros de la tradición evolucionan por lo que se refiere a decantación del lenguaje, simplificación, racionalidad y eficacia constructiva, nuevas construcciones (moderadamente a la antigua) se inspiran abiertamente en proyectos y polémicas surgidas en obras góticas. Es el caso de las iglesias columnarias, realizadas en Palermo a principios del siglo XVI (en gran parte empezadas como respuesta a la obra de Santa Maria della Catena), y también de otros episodios significativos de la época.

A partire dalla seconda metà del XV secolo, l’approdo a Palermo di scultori di formazione toscana comporta un riequilibrio dei rapporti di forza nel cantiere di architettura. Agli scultori (marmorari) si chiede sempre più spesso l’esecuzione di altari, porte, finestre, colonne che sfrut-tano un linguaggio all’antica. La formazione di corporazioni professionali (nel 1487) può essere letta come una efficace replica del mondo gotico alle pressioni del classicismo; contemporaneamente l’attività e il successo in Sicilia occidentale di importanti maestri (Carnilivari, Casada, Belguardo) confermano la vitalità dell’ultimo gotico e la sua capacità di confrontarsie intrecciarsi con la storia e le tradizioni locali. Non sono comunque assenti molteplici locali tentativi di emulazionenei confronti del linguaggio rinascimentale; dal terzo decennio del XVI secolo, questa influenza si moltiplica per lecontinue richieste della committenza. Mentre le scelte operate dagli ultimi maestri della tradizione si evolvono in termini di decantazione del linguaggio, sintetismo, razionalità ed efficacia costruttiva, nuove costruzioni (moderatamente all’antica) prendono dichiaratamente spuntoda progetti e polemiche avviate in cantieri gotici. E’ il caso delle chiese colonnari, realizzate a Palermo nel primo Cinquecento (in buona parte avviate in risposta al cantiere di Santa Mariadella Catena), ma anche di altri episodi significativi del tempo.

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Publicado

01-12-2008

Cómo citar

Nobile, M. R. (2008). Palermo e la Sicilia occidentale. Artigrama, (23), 241–263. https://doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2008237803